Nel gennaio 2006 risiedevano nell'Unione circa 18,5 milioni di cittadini di paesi terzi, pari al 3,8% della popolazione complessiva, che totalizza all'incirca 493 milioni di abitanti. L'immigrazione resta il principale fattore di crescita demografica dell'Unione, e nella maggior parte degli Stati membri si registra una migrazione positiva netta. In questi calcoli non si tiene conto con gli immigrati di seconda e terza generazione, che hanno acquisito la nazionalità del paese ospite.
L'immigrazione femminile costituisce circa il 54% del fenomeno dell’immigrazione, coprendo un fascio di categorie sempre più ampio (immigrazione economica, immigrazione a seguito di catastrofi, ricongiungimento familiare, immigrazione per motivi politici, immigrazione come conseguenza di conflitti armati, immigrazione irregolare, asilo, tratta). Essa costituisce la categoria più vulnerabile essendo soggetto ad una doppia discriminazione ( origine etnica e genere).1
Nell’anno 2000 è stata approvata dal Parlamento Europeo la Carta dei diritti fondamentali dell'unione europea (2000/C 364/01)2. L’articolo 21, paragrafo 2, della Carta così recita: «Nell’ambito d’applicazione del trattato che istituisce la Comunità europea e del trattato sull’Unione europea è vietata qualsiasi discriminazione fondata sulla cittadinanza, fatte salve le disposizioni particolari contenute nei trattati stessi». L’articolo 12 del trattato CE statuisce che.
Nel campo di applicazione del presente trattato, e senza pregiudizio delle disposizioni particolari dallo stesso previste, è vietata ogni discriminazione effettuata in base alla nazionalità. Nello stesso anno i Consiglio Europeo di Nizza adotta l’Agenda Sociale Europea3 sostenendo che la lotta alla povertà e all’esclusione sociale debba andare di pari passo con le azioni dirette ad assicurare un equo trattamento ai cittadini dei Paesi terzi regolarmente soggiornanti nel territorio degli Stati membri4.
L’Art. K1 del Trattato di Amsterdam prevede l’obbligo per gli Stati membri di adottare tutti gli strumenti di cooperazione necessari per rendere incisiva l’azione di contrasto al traffico di esseri umani.
La decisione quadro sulla tratta degli esseri umani (2002) con cui il Consiglio dell’UE ha ribadito che la tratta degli esseri umani costituisce una grave violazione dei diritti e della dignità dell’uomo ed impegna gli Stati membri ad uniformarsi alle nuove prescrizioni normative.
In generale si può dire che la normativa vigente intende stabilire un livello minimo di protezione giuridica contro la discriminazione in tutta l’UE. Le direttive riguardano tutte le persone che vivono o lavorano nell’UE e vietano la discriminazione fondata sulla razza o l’origine etnica, la religione e le convinzioni personali, gli handicap, l’età e le tendenze sessuali per quanto riguarda:
E’ vietata la discriminazione in materia di: -Sicurezza sociale e assistenza sanitaria; Vantaggi sociali come le prescrizioni mediche gratuite, le agevolazioni per l’abitazione o la concessione di tariffe ridotte di varia natura; Istruzione; Accesso a beni e servizi e alla loro fornitura, compreso l’alloggio
I governi hanno l’obbligo di informare il pubblico, con tutti i mezzi ritenuti opportuni, riguardo alle disposizioni di legge e ai diritti che tutti i cittadini hanno di essere trattato in modo equo.
Segue l’elenco della normativa vigente principale negli ultimi 5 anni:
2003
2004
2005
2006
2007
E’ stato presentato il ‘pacchetto immigrazione’: due proposte legislative, la più nota é la Blue Card, il permesso di soggiorno di due anni rinnovabile, destinato ai e alle potenziali migranti qualificate-i.; la seconda proposta vuole creare un’armonizzazione di diritti degli immigrati con quelli degli autoctoni. http://www.womenews.net/spip3/spip.php?article1083
Gli ultimi dati Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico )(2005) relativi ad uno specifico studio promosso sul tema riflettono una situazione estremamente precaria. Emergono una serie di gravi problemi che contribuiscono alla discriminazione delle migliaia di donne che emigrano in cerca di una soluzione di vita migliore.
Fonti:
Nonostante l'impegno politico dimostrato non esiste un'autentica politica di immigrazione europea organizzata e coordinata. E' necessario che l'Unione e i suoi Stati membri si dotino di una politica di regolamentazione dell'immigrazione comune, in collaborazione con i paesi terzi.
A questo scopo, il Consiglio e la Commissione presentano ogni anno, a partire del 2004, un Rapporto Annuale su Migrazione e Integrazione, per monitorare i dati sull’immigrazione a livello europeo e le politiche e le prassi in materia migratoria e di integrazione, in particolare: le tendenze migratorie nell’Europa; la situazione dell’immigrazione nel mercato del lavoro; i benefici economici delle migrazioni; lo sviluppo delle politiche di ammissione;le tendenze nelle politiche nazionali di integrazione; i progressi nello sviluppo della politica migratoria comune.
Nella Tabella di marcia per la parità tra uomini e donne 2006-2010 5, la Commissione europea promuove uno studio per presentare un nuovo e più completo quadro delle donne migranti nel mercato del lavoro Ue a 27 , con un’attenzione particolare ai nuovi stati membri.
La posizione delle donne straniere nel mercato del lavoro dovrà innanzitutto essere individuata e valutata a partire dalle caratteristiche proprie delle migranti quali l’età, lo stato civile, la ragione iniziale della scelta di migrazione, il paese di origine e quello di accoglienza, il livello di educazione e di formazione, le esperienze acquisite nel paese dei origine, le competenze linguistiche ecc.
Si richiede di individuare la distribuzione per settori del lavoro delle donne migranti e i dati raccolti dovranno essere confrontati con quelli relativi alle native, allo scopo di riuscire a spiegare la considerevole presenza delle prime in alcuni settori (come quelli “della cura”) e la quasi totale sottorappresentazione in altri (come quelli nei settori scientifici e delle nuove tecnologie).
Il dossier dovrà servire a mettere in luce la reale integrazione lavorativa delle donne migranti a parità di qualifiche, di diritti esigibili e condizioni di lavoro attraverso una descrizione basata sull’eventuale miglioramento o peggioramento delle condizioni socio-economiche precedenti al progetto di migrazione e alla reale integrazione nel mercato del lavoro europeo.
Ultimo ma non meno importante compito del dossier sarà la valutazione del peso delle politiche nazionali ed europee nel processo di integrazione dei diritti delle donne migranti e soprattutto le proposte per migliorare nella pratica il loro diritto al lavoro.
I programmi di finanziamento comunitari
Nel 1980, i cittadini stranieri che risiedevano regolarmente in Italia erano meno di 300.000. Oggi, secondo le ultime stime, sono circa due milioni e mezzo e rappresentano il 5% della popolazione nazionale.
In linea con la politica europea, l'Italia ha attivato diversi azioni per la promozione dell’integrazione attraverso la protezione, la formazione e la informazione.
Sono state apportate rilevanti modifiche al sistema processuale penale nazionale: Il testo unico sull’immigrazione, il cosiddetto Art.18, è stato approvato con decreto legislativo 286 del 25 luglio 19986 e introduce nel codice penale le misure contro gli atti persecutori e contro la discriminazione e la violenza determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere.
L’ultimo bando per poter accedere ai Programmi di assistenza e di integrazione sociale è stato pubblicato sulla G.U. della Repubblica Italiana, Serie generale n.35 del 11/2/2008. Il programma
Un progetto attivato nell’ambito di queste disposizioni è il Progetto “Libera” 7da diversi anni attivo con notevole successo presso la Provincia di Lecce. E’ un progetto di protezione sociale rivolto a donne migranti, vittime della tratta a scopo di sfruttamento. I dati sono eloquenti: dal 2000 a 2002 sono stati richiesti 222 programmi di protezione sociale, di cui 206 donne e 16 uomini; i pareri negativi della Procura di Lecce sono stati soltanto 10.
L’Associazione Libera offre in concreto: percorsi individuali volti all’autonomia delle donne con o senza figli; Pronta accoglienza;Ospitalità in una casa rifugio;Orientamento;Mediazione interculturale;Consulenza e assistenza legale; Consulenza a sostegno psicologico; Accompagnamento ai servizi sociali e sanitari; Inserimento sociale; Inserimento lavorativo.
I partner di questo Progetto sono gli enti e istituzioni socali: la Regione Puglia, le Province, le prefetture, le questure, la Procura della Repubblica (Direzione Distrettuale Antimafia) in collaborazione con Foggia, Napoli e Venezia.
L’équipe è composta da avvocati, psicologi, assistenti sociali mediatrici linguistiche e culturale ecc
Progettazione europea in Italia
URBAN: A partire dal 2006, è stato attivato il Progetto "Rete Antiviolenza tra le città Urban Italia" : (http://www.antiviolenzadonna.it/ per l’ultimo bando 2008/2009), una più ampia azione sperimentale di contrasto al fenomeno della violenza intra ed extrafamiliare.
Il progetto prevede la creazione di una "Rete Nazionale Antiviolenza" che coinvolge gli Enti Locali e i Centri Antiviolenza attivi nella lotta al fenomeno della violenza. Sono parte della rete il Ministero dell’Interno, il Ministero della Giustizia, il Ministero del Lavoro, il Ministero della Solidarietà Sociale, il Ministero della Salute, la Conferenza Stato – Regioni, il Comando generale della Guardia di Finanza, il Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri, l'ISTAT.
A supporto della Rete Nazionale Antiviolenza è stato attivato un servizio di "call center", mediante un numero telefonico di pubblica utilità (1522), per fornire alle vittime un sostegno psicologico e giuridico nonchè indirizzarle verso le strutture pubbliche e private presenti sul territorio. Il servizio, multilingue ed attivo 24 ore su 24 per 365 giorni l'anno, fornisce una risposta alle vittime con l'assoluta garanzia dell'anonimato
EQUAL (http://www.equalitalia.it/ ) he stabilisce gli orientamenti relativa alla cooperazione transnazionale per promuovere nuove pratiche di lotta alle discriminazioni e alle disuguaglianze di ogni tipo in relazione al mercato del lavoro: un programma promosso dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale.
L’Osservatorio e Centro Risorse sul Traffico di esseri umani pubblica una collana intitolata “On the road”, finanziata con i fondi EQUAL
FONDI STRUTTURALI FESR E FSE l'Assessorato alla Solidarieta' della Regione Puglia ha avviato l'Osservatorio Regionale per i Movimenti Migratori ed ha finanziato le attivita' di gestione dei tre alberghi diffusi e quattro centri interculturali; sono avviati corsi di lingua italiana e il fondo di garanzia per il sostegno all'alloggio dei nuclei familiari di immigrati, insieme al bando per la realizzazione di nuovi alberghi diffusi (risorse Fesr) e per la formazione e l'inserimento lavorativo degli immigrati (risorse Fse).
In aprile 2008 la Regione Puglia ha stanziato 1 milione di euro per la costruzione di abitazioni per immigrati, finanziati da questi fondi strutturali.
Nell’ambito dell’Iniziativa Comunitaria INTERREG III B (2000 - 2006) CADSES il progetto West Women Est Smuggling Trafficking 8 prevede
ARIANNA: Attivazione di una Rete nazionale antiviolenza ARIANNA, servizio accoglienza telefonica 1522, collegato con i centri di antiviolenza, con le strutture residenziali e di accoglienza, consultori pubblici, servizi sociali di base, le aziende sanitarie locali, aziende ospedaliere pubbliche, la consigliere di parità, Caritas diocesane, numeri pubblici di emergenza (112,113,118) e il pronto soccorso violenza donna. Questo servizio è attivo 24 ore al giorno, per 365 giorni all'anno, è un servizio multilingue, accessibile dall'intero territorio nazionale gratuitamente, da rete fissa o mobile. Il servizio è attivo dal 2006 e in due anni le chiamate sono state 11.832.
IL PROGRAMMA EUROPEO DAPHNE III (2007-2013) 9 Invito a presentare proposte JLS/DAP/2007-1 per sovvenzioni finalizzate al cofinanziamento di progetti transnazionali specifici di interesse comunitario che coinvolgano almeno due Stati membri. Obiettivo generale del programma è contribuire a proteggere i bambini, i giovani e le donne da tutte le forme di violenza e raggiungere un livello elevato di tutela della salute, benessere e coesione sociale.
Con 2007 come anno europeo per promuovere l’uguaglianza l’attenzione si è concentrata sulla promozione della formazione per migliorare l’inserimento lavorativo dell’immigrato/a (http://ec.europa.eu/employment_social/knowledge_society/library_fr.htm). In particolare l’e-learning e le Tecnologie dell’Informazione e la Comunicazione (TIC) offrono nuove possibilità di inserimento nel mondo di lavoro (http://www.equalitycongresses.gr/index-eng.html)
Il programma Erasmus Mundus. Lo scopo complessivo del programma Erasmus Mundus è quello di migliorare la qualità dell'istruzione superiore europea stimolando la cooperazione con i paesi terzi al fine di potenziare lo sviluppo delle risorse umane e promuovere il dialogo e la comprensione tra i popoli e le culture. http://eacea.ec.europa.eu/static/en/mundus/index.htm (GUUE C55 del 28 febbraio 2008)
Sono nati numerosi siti web che trattano la problematica:
Sono state eseguite numerose ricerche sulla situazione delle donne immigrate, finanziate dai fondi strutturali :Il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e il Fondo Sociale Europeo:
“Donne e uomini: la percezione della violenza nelle città Urban10 ”. Indagine eseguita dalla Rete antiviolenza tra le città Urban. 2007, promosso dall'Istituto di ricerca sulla popolazione e le politiche sociali. CNR
“Integrating migrant women – an active approach or mere rhetoric?11 Ricerca sulla dimensione di genere negli studi sulla migrazione, prima di tutto a livello europeo e poi nell’ambito della legislazione tedesca sull’immigrazione e l’integrazione, pubblicato nell’ambito dell’anno europeo 2007 per le pari opportunità
"Il silenzio e le parole"12 "Il silenzio e le parole" rappresenta i risultati della seconda fase del progetto "Rete antiviolenza Urban", coordinato dal Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ricerca – azione realizzata in 17 città italiane focalizzando la conoscenza della percezione e della tolleranza al fenomeno della violenza verso le donne, valutando gli stereotipi associati.
Progetto WEST13,. Women East Smuggling Trafficking (W.E.S.T.). Si tratta di una ricerca approfondita del fenomeno de "La prostituzione invisibile", finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e promosso dalla Regione Emilia-Romagna, Assessorato Politiche Sociali, Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali. E’ stato pubblicato un Manuale delle prassi Alla ricerca di nuove soluzioni: un viaggio nel progetto W.E.S.T. finanziato dal European Regional Development Fund (E.R.D.F.)
L’ Osservatorio sulla discriminazione degli immigrati nel lavoro – MIGRA14 – che prevede, tra l’altro, la diffusione di un elenco di aziende che offrono posti di lavoro per immigrati e la pubblicazione di report, ricerche, articoli e dati aggiornati sulla discriminazione razziale.
“La prostituzione invisibile”; Indagine finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e promosso dalla Regione Emilia-Romagna, Assessorato Politiche Sociali. E’ stato pubblicato un “manuale delle prassi” alla ricerca di nuove soluzioni
“La tratta di persone;Normativa vigente in Italia”. Ricerca nell’ambito del progetto “Tratta NO”, fondi EQUAL, promosso dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Nonostante la crescente attenzione alle problematiche della donna immigrata, la questione migrante continua spesso ad essere affrontata in termini di convenienza economica. La legislazione europea 15e soprattutto quella italiana ha fatto passi da gigante durante gli ultimi dieci anni. Il fenomeno dell’immigrazione stesso è in continua evoluzione a causa dei cambiamenti geo-politici e, addirittura, nuove forme di schiavitù nascono. Gli impegni politici ci sono, i cambiamenti nella legislazione sono introdotti e applicati, i primi risultati ci sono e possono servire come modello. Nelle nuove politiche europei la donna immigrata ha un ruolo molto importante nel processo di integrazione nella società di accoglienza, visto che è sostentatrice materiale della famiglia. Per questo motivo ha bisogno di godere di diritti individuali e duraturi in questa società, di avere accesso al mercato di lavoro e ad un’istruzione adatta.
E’ una questione di diritti fondamentali e di rispetto.